L’autostima
è un processo che porta l’individuo a VALUTARE e APPREZZARE se stesso
tramite L’AUTO-APPROVAZIONE del valore personale.
Il termine AUTO-STIMA deriva appunta dalla capacità di fare una “stima” di se stessi.
Ne consegue che l’autostima si basa sulle PERCEZIONI, cioè sui nostri sensi e sulle CONVINZIONI, cioè sui nostri modelli mentali. Entrambi sono strettamente collegati tra loro.
Facciamo
un esempio. Luca deve andare ad una festa. Mentre si prepara davanti
allo specchio inizia ad osservare (vista) il suo corpo. Individuerà
tutti i suoi difetti: troppo basso, troppo alto; troppo grasso, troppo
magro; etc. (convinzioni)
Le
sue mani inizieranno a sudare (tatto) e penserà che le persone
eviteranno di avere contatti con una persone con le mani sudaticce
(convinzioni).
A questo punto, Luca avvertirà dentro di sé un certo disagio poiché ha iniziato a non sentirsi all’altezza.
Titubante
si recherà alla festa. Nell’incontrare e salutare le persone presenti ,
la sua voce sarà insicura ed esitante (udito). Nella sua testa si
susseguiranno pensieri (convinzioni) come: “che brutta figura che sto
facendo” “non riesco nemmeno a parlare” “è meglio se evito le persone
perché ho le mani sudate e gli altri potrebbero accorgersi del mio stato
d’animo”.
Avete
notato come le percezioni e le convinzioni si siano alternate dando
vita ad un pericoloso circolo vizioso che si auto-alimenta? Le
percezioni hanno dato vita alle convinzioni e le convinzioni finiscono
per alterare e condizionare le percezioni.
Cosa fare?
1)
Gioca con le sottomodalità! Le sottomodalità sono un modo magico per
giocare con i propri sensi. Per esempio, una volta un clienti mi ha
presentato questo problema: “Il mio problema è che quando ascolto la
voce del mio capo (udito) rabbrividisco e mi intimorisco. Ho un pessimo
rapporto con l’autorità (convinzione), così quando sento la sua voce
entro in panico.”
Gli
ho chiesto di giocare con il suo senso dell’udito e di immaginare il
suo capo con la voce di paperino. Quando lo ha immaginato è scoppiato in
una fragorosa risata. Da quel momento, ogni volta che sentiva la voce
del capo pensava alla voce di paperino e in questo modo, riusciva a
cambiare la percezione associata.
2) Lavora sulle tue convinzioni. Nella maggior parte delle volte le convinzioni nascono da:
- Generalizzazioni: “tutte
le volte che ho sentito la voce del capo…” Individua, invece, quando
esattamente questo accade e poi torna a sperimentare le sottomodalità.
- Deformazioni: “lui mi odia”. Diamo per scontato e per assodato quello che l’altro prova/percepisce.
-
Cancellazioni: “bisognerebbe agire”. Non abbiamo specificato “chi”
dovrebbe reagire; “per cosa”; “chi lo ha deciso”; etc.
E’ un lavoro che richiede impegno e la disponibilità a mettersi in gioco. Pertanto, buon lavoro!
Ti lascio con questa frase di Shakespeare: “Noi sappiamo ciò che siamo, ma ignoriamo ciò che possiamo essere”.
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Buona Vita!
Pasquale Adamo